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Sommario


Editoriale
di Gherardo Gherardini
Una nuova legge per la cooperazione nell'isola
Seminario
“La Cooperazione come valore economico e sociale in Sardegna”
di Paola Ferri
Entro l'anno operativo l'elettrodotto Sapei

 

Editoriale

 

Bastano poche cifre per dare la dimensione del fenomeno cooperazione nell’isola, nato nel lontano 1870 con la fondazione della prima cooperativa di consumo e sviluppatosi via via  nei decenni successivi sino a diventare oggi un’importante e insostituibile realtà nella vita economica e sociale della Regione. Oggi sono 3.257 le cooperative attive nell’isola,  che collocano la Sardegna al sesto posto in Italia per numero di imprese del settore  rispetto alla popolazione residente; i soci lavoratori sono 11.716 (il 2,3% del totale Italia), di cui  un terzo sono donne. Da rilevare, inoltre, che la cooperazione partecipa per il 6% al fatturato regionale complessivo e per il 9% cento al valore aggiunto. Da una recente inchiesta sulle imprese guida in Sardegna risulta, infine, che fra le   prime venti società regionali per fatturato, quattro sono società cooperative. Un accenno d’obbligo va fatto, per concludere, al settore della cooperazione sociale: anche qui la Sardegna si colloca fra le regioni più dinamiche del Paese, con una percentuale di crescita tripla rispetto alla media nazionale.
Sono cifre che sfatano decisamente  il vecchio luogo comune che vorrebbe i sardi non propensi ad associarsi in cooperativa. La realtà ci dice invece che nell’isola ci sono interi settori economici che senza il sistema cooperativo avrebbero scarsa rilevanza: un esempio per tutti, l’agroalimentare, ed in particolare il lattiero-caseario, dove le cooperative incidono per il 54% sul totale della produzione regionale del comparto ovino, e per il 94%, vale a dire per la quasi totalità, di quello vaccino.
Sono dati, qui elencati in estrema sintesi, che danno un quadro abbastanza indicativo di cosa rappresenti oggi il sistema della cooperazione nell’isola. Un sistema – sottolineano i vertici delle associazioni cooperative regionali – sinora disciplinato da tutta una serie di leggi regionali del tutto inadeguate, superate dai tempi, spesso non coordinate fra di loro, talora non conformi o addirittura in contraddizione alla normativa nazionale e comunitaria in materia. Una legislazione, inoltre, alla quale è stato rimproverato il difetto di essere stata pensata quasi esclusivamente in chiave di pura e semplice incentivazione finanziaria, mentre è mancata sinora una politica della cooperazione fondata sull’assistenza tecnica e sull’erogazione di servizi reali per le imprese cooperative.
Oggi, il sistema cooperativo regionale ha  bisogno di essere disciplinato da una normativa agile, al passo coi tempi, adeguata alla nuova realtà cooperativa che  – è stato evidenziato – deve muoversi in un mercato in continua evoluzione  e affrontare le sempre più importanti sfide del sociale.
Su questa linea, in piena sintonia con i rappresentanti delle associazioni cooperative, si sta già muovendo con decisione l’assessorato regionale del Lavoro, Formazione professionale e Cooperazione, che come primo necessario passo ha voluto far finalmente chiarezza nel settore con un puntuale studio –  portato a termine in tempi in verità brevissimi –, contenente i dati più significativi del movimento cooperativo in Sardegna negli ultimi anni. Una serie di seminari, promossi assieme alle centrali cooperative, e aperti alla partecipazione di tutti gli operatori del settore, dovrebbe condurre quindi alla scelta delle linee guida di una nuova legge a sostegno della cooperazione.