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Smaltimento scorie nucleari nell'isola: ricevuti in Consiglio i sindaci dei comuni a rischio

 

20/05/2003 I sindaci di Villaputzu, Teulada, Perdasdefogu, particolarmente preoccupati per la possibilità che il commissario governativo incaricato «di trovare un sito idoneo», per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi «dislocati nei territori delle regioni Lazio, Campania, Emilia-Romagna, Basilicata e Piemonte», decida di smaltire questi pericolosi materiali nei territori comunali dei loro paesi, hanno iniziato una intensa opera di sensibilizzazione nei confronti delle autorità politiche regionali.

Limiti, deroghe, indicazioni a mezza voce, hanno detto i primi cittadini di Villaputzu, Teulada e Perdasdefogu, comuni nei quali esistono ed operano vasti poligoni militari, fanno pensare che governo e commissario incaricato di questa operazione (un generale) abbiamo deciso che la Sardegna sia la regione più adatta per ricevere i circa 50 mila metri cubi di scorie nucleari, che devono essere «smaltite in siti sicuri».

«Una operazione – ha concordato il vicepresidente del Consiglio regionale, Salvatore Sanna  che questa mattina ha incontrato i sindaci dei tre comuni “più militarizzati dell’Isola” –, che rischia di dare un colpo mortale allo sviluppo socio-economico della nostra Isola. Solamente parlare di questa ipotesi, infatti, danneggia l’immagine della Sardegna».

«Ma il Consiglio regionale – ha aggiunto il vicepresidente Sanna – non assisterà passivamente a questo ennesimo sopruso nei confronti della nostra regione. Le forze politiche, sicuramente, saranno unite nel fare fronte comune contro questa ipotesi, interessando anche i parlamentari sardi; come i comuni e le popolazioni delle zone dove potrebbero essere stoccate queste pericolose sostanze faranno sentire le loro giuste proteste».

Il presidente del Consiglio regionale, Serrenti, ieri ha chiesto un intervento immediato al capo della Giunta regionale; nei prossimi giorni i sindaci dei tre comuni convocheranno, in seduta straordinaria, i loro consigli comunali, invitando anche i “colleghi” e gli amministratori locali dei centri vicini; saranno intensificate le “pressioni” nei confronti dei deputati e senatori sardi; così come saranno indette iniziative di protesta che potrebbero culminare in una grande manifestazione da organizzare a Cagliari.

«La “strada politica”, ma anche quella del diritto, facendo ricorso a tutti gli strumenti legali possibili – ha concluso Salvatore Sanna, al termine dell'incontro –, è una scelta obbligata. Una strada che tutte le forze politiche sarde sapranno intraprendere, perfettamente unite, per difendere i diritti, le prerogative, le specificità e le particolarità della Sardegna».