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L'ex assessore La Spisa fa il punto sul difficile momento della Portovesme

 

L'ex assessore dell'Industria Giorgio La Spisa
L'ex assessore dell'Industria Giorgio La Spisa
12/09/2003 – «La difficile situazione della Portovesme srl è probabilmente quella che attualmente desta maggiore preoccupazione. La vicenda di questa azienda, che è leader in Italia nella produzione di piombo e zinco, è stata sempre seguita dal governo regionale con la massima attenzione, avendo un consistente numero di lavoratori e rappresentando un’importante realtà nel panorama dell’industria dell’isola». Lo afferma, in un comunicato stampa, Giorgio La Spisa, consigliere regionale di Forza Italia ed ex assessore dell’Industria nella Giunta Pili.

«Il management della società  – aggiunge La Spisa –, dopo aver studiato per mesi la situazione confrontandosi costantemente negli ultimi due anni con l’assessorato dell’Industria, ha deciso la fermata di una parte degli impianti e, conseguentemente, la cassa integrazione per la maggior parte dei suoi dipendenti».

Secondo l’ex Assessore dell’Industria sarebbero tre i fattori che hanno determinato l’attuale fase di crisi: il costo dell’energia, «che accomuna la Portovesme srl alle altre industrie energivore», il prezzo dello zinco, «mai così basso come in questo periodo»,  e il cambio euro-dollaro.

 

«Da un lato – precisa La Spisa –, si può confidare nella massima responsabilità che i suoi dirigenti hanno dimostrato negli scorsi mesi, dichiarando che il periodo di fermata per gli impianti sarà ridotto al minimo indispensabile; dall’altro, è assolutamente prioritario che, in occasione della ripresa del confronto con il governo nazionale sul tema dell’energia, si punti con fermezza nelle direzioni già indicate negli scorsi mesi».

 

È necessario, secondo il consigliere regionale di Forza Italia, ottenere nel breve periodo il mantenimento e l’estensione dei quantitativi di energia di importazione, avendo la Portovesme  bisogno vitale di energia elettrica ad un costo accettabile; mentre nel medio-lungo periodo «si deve puntare all’abbattimento dei costi energetici attraverso l’autoproduzione o con una propria centrale o con la partecipazione alla realizzazione di una centrale elettrica consortile al servizio delle principali industrie energivore del Sulcis».

 

«Deve comunque essere chiaro – conclude La Spisa – che, in linea con quanto avvenuto nei mesi scorsi, l’azienda non sarà lasciata sola: ci sono in ballo tantissimi posti di lavoro».