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2/2/2014 – BioEnergy Italy: produzione bioplastiche trasforma scarti in risorsa

 

In Germania e in Francia gli investimenti pubblici per incentivare la produzione di bioplastiche superano abbondantemente il miliardo di euro. In Italia purtroppo no, anche se recentemente «il ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha lanciato dei cluster ecologici nazionali prevedendone uno sulla chimica verde, all’interno del quale il settore delle bioplastiche ricopre un ruolo molto importante». Così Beppe Croce, direttore di Chimica Verde Bionet e responsabile di Legambiente per il settore agricoltura.
Fitocelle, legacci per la vite, supporti per trappole a feromoni, teli per la pacciamatura e la solarizzazione sono solo alcuni dei prodotti che si possono ottenere dalle bioplastiche, senza dimenticare il più conosciuto sacchetto in MaterB, che da alcuni anni ha sostituito quelli di plastica tradizionalmente utilizzati nei supermercati e nei negozi alimentari.
Ottenute dall’attività di compostaggio della frazione organica dei rifiuti solidi urbani e da piante particolarmente ricche di amico e/o di zuccheri – come, ad esempio, il cardo utilizzato dalla società Matrica a Portotorres – i progetti condotti più recentemente hanno evidenziato che anche il siero di latte può essere utilizzato con questa finalità.
«Nel dicembre scorso – dichiara Biagio Bergesio di Legacoop Agroalimentare – abbiamo concluso un progetto finanziato dal Mipaaf che oltre a noi ha coinvolto il Cra di Torino (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura), il Politecnico di Torino e l’Università di Bologna. L’idea era quella di capire come sfruttare al meglio il siero di latte che altrimenti i caseifici dovrebbero smaltire

A cura dell'Ufficio Stampa di CremonaFiere

 come rifiuto. Utilizzando due impianti sperimentali abbiamo utilizzato il siero, insieme a una componente di reflui zootecnici, sia per la produzione di biogas che di bioplastiche in percentuale uguale di 50 e 50. Se per la prima destinazione i risultati ottenuti non sono stati particolarmente soddisfacenti, per la bioplastica il risultato è stato invece più interessante: con 2 litri di siero abbiamo ottenuto  un vasetto di plastica per yogurt. Le potenzialità ci sono, si tratta di individuare le aziende che potrebbero essere interessate a sviluppare questo processo».
L’incremento delle bioplastiche rappresenta una valida alternativa all’utilizzo delle materie prime di origine fossile. Questo è ormai fuori discussione. Secondo i dati forniti dall’Unione europea, aumentando la loro produzione, nel 2020 si potrà ottenere un risparmio compreso tra i 9 e i 27 milioni di tonnellate di Co2 equivalente, obiettivo che è legato a filo doppio al concetto di biodegradabilità e compostabilità che le caratterizza.
Per saperne di più sull'andamento del settore delle fonti rinnovabili di energia l'appuntamento è a Bioenergy Italy (CremonaFiere 5-7 marzo 2014), il punto di riferimento fieristico nazionale per il settore che, oltre ad una selezione delle più innovative tecnologie italiane ed estere, fornirà preziose indicazioni sulle soluzioni più efficaci per sfruttare la meglio le risorse che abbiamo a disposizione.