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Editoriale

Una nuova strategia per il polo di Portovesme

Porto Torres: attesa per il piano industriale di E.On

In forse il progetto miniera-centrale elettrica

Le nuove strade dell'energia

Le nuove reti di distribuzione del gas

Centrali pulite nel rispetto dell’ambiente

Sintesi del Piano energetico ambientale regionale

 

Editoriale

 

Occupazione in calo, ordini che non crescono e livelli produttivi che fanno registrare un segno negativo (meno 16 % a metà 2008): questi i dati più significativi dell’attuale situazione dell’economia regionale, messi in luce anche da una recente inchiesta dell’Api sarda. Un quadro aggravato anche dallo smantellamento della grande industria, che sta provocando un effetto a catena sull’intero sistema economico regionale. In un’area strategica per l’economia dell’isola, il Sulcis Iglesiente, le aziende metallurgiche di Portovesme (circa 4 mila buste paga, fra occupazione diretta ed indiretta) minacciano la chiusura (come potrebbe avvenire per l’Otefal Sail srl, 230 unità lavorative) o ridimensionamenti, in assenza di interventi capaci di ridurre il costo della bolletta energetica. Sembra, infine, inarrestabile il declino del comparto chimico. Mentre tutto il sistema produttivo regionale è pesantemente condizionato dalla mancata soluzione della continuità territoriale delle merci.
I rappresentanti degli industriali e dei lavoratori hanno messo l’accento sulla necessità di uno strumento regionale di governo dello sviluppo. Una politica industriale che si può realizzare, secondo il movimento sindacale, solo se il sistema è sostenuto da un efficace Piano energetico «che punti – si legge in un recente documento – a determinare nuove condizioni di servizio a prezzi più sostenibili, garantendo l’approvvigionamento delle forniture». Torniamo dunque alla costante che caratterizza tutti i discorsi sull’industria isolana: quella del problema energetico. Gli argomenti sono gli stessi di sempre: l’alto costo dell’energia elettrica  (per essere competitive le industrie del Sulcis  dovrebbero pagare non più di 40 euro a megawatt, mentre oggi ne pagano il doppio); la penalizzazione derivante dall’isolamento, un parco di generazione e di trasmissione dell’energia elettrica ai limiti del collasso, il sogno mai realizzato della gassificazione del carbone Sulcis.
Le attese generate dall’approvazione, oltre due anni fa, della bozza di Piano energetico ambientale regionale (Pears) da parte della Giunta guidata da Renato Soru, sono andate deluse. Quel Piano, considerato un fondamentale strumento di sviluppo, si è perso nei meandri di un iter mai concluso.
Tornano alla mente le parole pronunciate allora da Giovanni Giagu, che presiedeva la commissione Industria del Consiglio regionale: «Il problema dell’energia sta diventando urgentissimo, l’intero sistema industriale regionale rischia di essere messo in ginocchio a causa degli alti costi energetici. Già oggi le nostre industrie energivore sono fuori mercato rispetto agli altri paesi industrializzati».
Considerazioni quanto mai attuali in questo triste autunno 2008, che vede le aziende di Portovesme costrette a ridimensionamenti o a considerare l’ipotesi del trasferimento delle attività produttive su altri lidi più accoglienti, mentre nell’isola si è ancora in attesa dei pronunciamenti europei sulla “guerra delle tariffe” e sulla concessione delle agevolazioni Cip6 al progetto integrato miniera Nuraxi Figus-Centrale elettrica, fermo al palo di un appalto mai aggiudicato e in bilico sul baratro delle censure dell’Unione europea.