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di Paola Ferri
Per la Sardegna una ripresa non ancora vicina
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Occupazione e sviluppo: il punto dell'Unione europea

 

Per la Sardegna una ripresa non ancora vicina
di Paola Ferri

 

SARDEGNA INDUSTRIALE n. 1-2 2014 - 30 Aprile 2014

Per la Sardegna una ripresa non ancora vicina

Restano sempre fondate le preoccupazioni per quanto segnalano i principali indicatori congiunturali: persiste la riduzione delle esportazioni, condizionate dall’andamento negativo del settore petrolifero; nelle costruzioni, non si ferma la crisi dell’edilizia residenziale, associata ad una contrazione dell’attività di realizzazione delle opere pubbliche. In controtendenza il comparto agroalimentare che evidenzia piccoli segni di ripresa nelle vendite all’estero. Nei Servizi l’attività degli esercizi commerciali è ancora pesantemente condizionata dalla ridotta capacità di spesa delle famiglie. Nel mercato del lavoro alla netta flessione dell’occupazione si è accompagnato un forte aumento del tasso di disoccupazione, in misura più intensa tra i giovani.

di Paola Ferri

 

Debolezza della domanda, interna ed estera; limitata  propensione a investire delle imprese, elevata incertezza sulle prospettive di un’inversione ciclica. Sono queste le principali cause che hanno frenato anche nel 2013 l’economia della Sardegna, con l’attività delle imprese ferma ancora su livelli contenuti.
Lo si legge nel Rapporto di aggiornamento congiunturale 2013 sull’economia della Sardegna, che la Banca d’Italia ha presentato il 19 novembre scorso al mondo economico regionale nell’Aula magna della facoltà di Architettura di Alghero.
Nel corso della presentazione, curata da Antonio Conti  e Giovanni Soggia dell’Ufficio Analisi e Ricerche della Sede di Cagliari della Banca d’Italia, i toni sono sembrati meno pessimistici rispetto alle inchieste degli ultimi anni, con un esplicito riferimento ad un probabile miglioramento della domanda nei prossimi mesi. Del resto, una vena se non di ottimismo almeno di moderata fiducia per l’evolversi della situazione economica regionale la si coglie già nell’incipit della Sintesi del Rapporto dove per il 2013 si parla di una conferma (e non di un aggravamento, come per il 2012) della difficile fase congiunturale. Moderata fiducia manifestata anche dal presidente di Confindustria Nord Sardegna, Pierluigi Pinna,  che nel suo intervento, in occasione della presentazione del Rapporto, ha fatto cenno al diverso atteggiamento che le banche presenti sul territorio avrebbero assunto negli ultimi mesi nei confronti delle imprese. Cauto ottimismo manifestato qualche giorno dopo anche dall’assessore regionale del Turismo, Luigi Crisponi, che commentando lo studio di Bankitalia con particolare riferimento ai dati sul primo semestre di quest’anno e alla luce dei presenze turistiche dello scorso mese di ottobre, ha dichiarato che «nel 2013 ci attesteremo su 10 milioni e 500 mila presenze circa, una cifra che è destinata a crescere ulteriormente nel 2014 e che  ricolloca l’Isola nella posizione che le compete nell’ambito del turismo internazionale, dopo tre stagioni di sofferenza coincidenti con la grave crisi economica globale».
Stando però ai dati complessivi riportati nello studio di Bankitalia, restano tuttavia sempre fondate le preoccupazioni per quanto segnalano i principali indicatori congiunturali: persiste la riduzione delle esportazioni, condizionate dall’andamento negativo del settore petrolifero; nelle costruzioni, non si ferma la crisi dell’edilizia residenziale, associata ad una contrazione dell’attività di realizzazione delle opere pubbliche. In controtendenza il comparto agroalimentare che evidenzia piccoli segni di ripresa nelle vendite all’estero. Nei Servizi l’attività degli esercizi commerciali è ancora pesantemente condizionata dalla ridotta capacità di spesa delle famiglie. Nel mercato del lavoro alla netta flessione dell’occupazione si è accompagnato un forte aumento del tasso di disoccupazione, in misura più intensa tra i giovani.
Per quanto riguarda il settore del credito persiste la riduzione dei prestiti bancari, sebbene in misura meno marcata rispetto alla fine del 2012. Un calo che, secondo lo studio di Bankitalia,  «riflette  la debolezza della domanda dei finanziamenti e l’elevata percezione del rischio di credito da parte delle banche».
Ma vediamo, se pure sinteticamente, seguendo le pagine dell’inchiesta, l’andamento dei vari settori dell’economia reale presi in esame dall’inchiesta.

Taglio di una placca di alluminio nello stabilimento di Portovesme dell'Alcoa Trasformazioni srl
Taglio  di  una placca di alluminio nello stabilimento 
di Portovesme dell'Alcoa Trasformazioni srl
Industria
- Nei primi sei mesi del 2013, in Sardegna, sulla base della rilevazione della Banca d’Italia su un campione di 109 imprese industriali con più di 20 addetti, il saldo tra la quota delle imprese che segnalano un aumento della produzione e degli ordini rispetto allo stesso periodo del 2012 e la frazione di quelle che indicano un calo, è migliorato, pur permanendo su livelli negativi. La tendenza (il rapporto è aggiornato con i dati disponibili al 30 ottobre 2013) proseguirebbe anche nel terzo trimestre.
Sempre nel primo semestre di quest’anno il valore nominale delle esportazioni si è ridotto del 4,9%: la flessione è stata più marcata rispetto alla media nazionale (-0,4%), ma più contenuta di quella registrata nel Mezzogiorno (-9,2 per cento).
Il valore nominale delle importazioni si è ridotto del 4,2%, anche a causa, secondo l’inchiesta di Bankitalia,  della forte riduzione della spesa per approvvigionamenti di petrolio greggio dell’industria estrattiva (-6,3% su base annua), in conseguenza della flessione nelle quotazioni del greggio. 
Costruzioni  - La crisi attraversata dal settore delle costruzioni negli ultimi anni è proseguita, secondo lo studio Bankitalia,  anche nel corso del 2013: sono stati raggiunti i livelli minimi di attività, in conseguenza della riduzione degli investimenti negli ultimi otto anni. Secondo le stime riportate nel rapporto semestrale della Cna-Costruzioni Sardegna, il valore della produzione a prezzi costanti, al netto degli investimenti per impianti da fonti energetiche rinnovabili, si ridurrebbe del 2,5% (-7,1% nel 2012). Sulla dinamica inciderebbero, secondo l’inchiesta,  la netta contrazione registrata nell’edilizia residenziale e il forte rallentamento dell’attività di realizzazione delle opere pubbliche. 
La notevole flessione registratasi nell’edilizia residenziale e nella realizzazione di opere pubbliche determinerebbe, secondo le stime contenute nell’inchiesta semestrale della Cna-Costruzioni Sardegna, una riduzione del 2,5%  del valore della produzione a prezzi costanti, al netto degli investimenti per impianti da fonti energetiche rinnovabili.
Mercato immobiliare – Ancora note negative per quanto riguarda le condizioni del mercato immobiliare: secondo le rilevazioni  dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate nel primo semestre dell’anno in corso si è registrata infatti una ulteriore diminuzione delle compravendite (-14,4%), dopo il crollo (-21,1%) verificatosi nello stesso periodo del 2012. Secondo l’Osservatorio, la riduzione del numero delle transazioni ha riguardato sia i fabbricati residenziali che quelli destinati all’uso commerciale e industriale. In base a elaborazioni di Bankitalia sui dati Omi, le quotazioni, al netto del tasso di inflazione, sono nuovamente diminuite di circa l’1%, rispetto alla seconda metà del 2012.

Servizi – Persiste, secondo il Rapporto Bankitalia, il difficile momento del settore dei Servizi a causa dell’andamento negativo del commercio, anche in conseguenza della debolezza della domada interna  e della flessione nei trasporti.
Commercio – È continuata anche nel primo semestre 2013 la contrazione dell’attività delle imprese del commercio. Nelle vendite al dettaglio,  secondo la rilevazione trimestrale di Unioncamere sulle strutture commerciali del Mezzogiorno, si è verificato un netto calo del 9,7% in termini nominali; per gli esercizi di piccole dimensioni il calo è stato più marcato (-11% circa).
Si è ridotto, nei primi sei mesi del 2013, il numero delle imprese attive nel commercio al dettaglio: in base alle rilevazioni di Movimprese il saldo tra iscrizioni e cessazioni nei registri delle Camere di Commercio, in rapporto alle unità attive, è risultato pari a -1,4% (-1,0 nello stesso periodo del 2012).
Caratteritico carrugio a Carloforte
Caratteristico "carrugio" a Carloforte
Turismo
– Dopo la dinamica fortemente negativa dell’ultimo triennio l’inchiesta Bankitalia  registra finalmente nei primi nove mesi del 2013 segnali positivi nel Turismo, seppure – precisa lo studio – moderati ed eterogenei tra le diverse province.
Dall’inizio del 2013 sino a tutto ottobre, secondo gli ultimi rilevamenti effettuati dal Sired (il Sistema di raccolta ed elaborazione dati dell’assessorato del Turismo), gli arrivi e presenze di turisti provenienti dall’estero sono praticamente quasi la metà del totale (47,5%). Nella provincia gallurese, addirittura, gli stranieri superano sia negli arrivi che nelle presenze (circa 200mila in più) gli italiani. E, nella sola città di Olbia, gli arrivi dall’estero sono superiori a quelli degli italiani, mentre le presenze sono quasi pari (circa 250mila sia da fuori confine che dalla Penisola). Sino a tutto settembre le presenze nelle strutture ricettive isolane erano circa 9 milioni e 200 mila. Secondo l’assessorato regionale del Turismo, considerato che ottobre è stato un mese contrassegnato dal bel tempo e proficuo da un punto di vista turistico, sommando i dati dei visitatori che mediamente raggiungono l’isola nel fine anno, la Sardegna nel 2013 si attesterebbe sui 10 milioni e 500mila presenze circa. Cifra che, secondo l’assessorato, ricollocherebbe la regione nella posizione che le compete nell’ambito del turismo internazionale.
Trasporti – Comparto marittimo: i dati forniti dalle Autorità portuali evidenziano che il calo del numero dei passeggeri transitati nei principali porti è proseguito anche nei primi sei mesi del 2013 (-7,4% rispetto allo stesso periodo del 2012). Il calo si è registrato soltanto gli scali marittimi del nord della Sardegna (Olbia,
Movimentazione container nel porto canale di Cagliari
Porto canale di Cagliari: movimentazione container
Porto Torres e Golfo Aranci), dove la contrazione è stata superiore al 13 per cento. Ha fatto eccezione il porto di Cagliari, che ha fatto registrare invece un aumento del numero dei passeggeri, anche in connessione dell’incremento del numero dei  croceristi.
Trasporto aereo: i dati forniti da Assoaeroporti sul movimento passeggeri in transito negli scali aeroportuali della Sardegna  evidenziano un aumento nel periodo gennaio-agosto. Alla contrazione dei flussi provenienti dai voli nazionali (-2,3%) si è contrapposto infatti un aumento del 13,6 per cento di quelli da e verso l’estero.
Trasporto merci: debolezza dei ritmi produttivi dei principali comparti industriali e minori ordinativi provenienti dall’esterno, hanno determinato – secondo il Rapporto Bankitalia – un netto calo su base annua (-7,8%), nei primi sei mesi del 2013, delle merci transitate negli scali portuali dell’isola, sensibilmente superiore a quello registrato nella media del 2012 (-4,4%). Nei porti del nord della Sardegna la flessione è stata più marcata (-21,3%); cali significativi anche nei porti industriali di Oristano e Portoscuso. Nello scalo di Cagliari, dove transita circa il 78% delle merci della regione, la riduzione è stata invece più contenuta e ha riguardato principalmente il trasferimento dei prodotti petroliferi, Nello stesso scalo del capoluogo regionale l’attività di transhipment ha inoltre continuato ad aumentare (8,8 per cento). 

Ristrurazione di una palazzina nal Quartiere del Sole, a Cagliari
Ristrutturazione di una palaz-
zina nal Quartiere del Sole, a
Cagliari
Mercato del lavoro
– Le note più preoccupanti dell’articolato studio della Banca d’Italia sono ancora una volta quelle che si riferiscono al mercato del lavoro. Nella media del primo semestre del 2013 il numero degli occupati in Sardegna è diminuito, sulla base dei dati tratti dalla Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, dell’8,0% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-4,1 e - 2% nel Mezzogiorno e in Italia), in deciso peggioramento, dopo il calo registrato a partire dalla seconda metà del 2012. Una netta contrazione da considerare, secondo l’inchiesta, una conseguenza della fase negativa del comparti dei servizi (-9,8%), delle costruzioni (-11,7%), dove il calo degli occupati prosegue da cinque anni, e dell’agricoltura, che ha fatto registrare una sensibile contrazione.
Complessivamente, rileva l’inchiesta, si è ridotto, del 7,8%, il numero dei lavoratori dipendenti, in particolare tra coloro con un contratto a tempo determinato; anche i lavoratori autonomi sono risultati in calo (-8,6%). Il tasso di occupazione nell’isola è diminuito di 3,8 punti percentuali rispetto al primo semestre del 2012 (al 48,6 dal 52,4 per cento).
Secondo i dati dell’Istat, evidenzia il Rapporto Bankitalia, nei primi sei mesi del 2013 il numero delle persone che lavoravano o cercavano attivamente un impiego nell’isola  è risultato in flessione (-4,6%) ed è contestualmente diminuito il tasso di attività (al 59,8%, dal 62,2 del primo semestre del 2012). Il delicato momento dell’economia regionale ha determinato un forte incremento del numero dei disoccupati (13,6% rispetto al corrispondente periodo del 2012), in particolare quelli con precedenti esperienze di lavoro. Il tasso di disoccupazione è cresciuto di 3 punti percentuali, attestandosi al 18,6% nella media del semestre, il valore più alto dall’inizio della crisi; per i giovani tra i 15 e i 34 anni il dato risulta ancora più marcato (36,7 per cento).

Credito – Il credito concesso alla clientela residente nell’isola ha fatto registrare ancora una contrazione nei primi sei mesi del 2013. Complessivamente, precisa l’inchiesta Bankitalia, la variazione sui dodici mesi dei prestiti bancari al lordo delle sofferenze e dei pronti contro termine è stata pari a -2,0% a giugno, in attenuazione rispetto al dato di dicembre 2012 (-3,5%); la riduzione dei prestiti si è rivelata meno marcata nel confronto con quella osservata nelle altre aree del paese (-2,2 e -2,7% nel Mezzogiorno e nella media italiana).
La dinamica è stata condizionata dal calo dei finanziamenti alle imprese (-2,3%), in particolare a quelle di piccola dimensione. Si protrae inoltre la tendenza negativa del credito alle famiglie consumatrici (-1,3%), in atto dalla fine dello scorso anno.