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Immigrazione e sviluppo del Paese

 

SARDEGNA INDUSTRIALE  n. 5-6/2015  - 31 Dicembre 2015

 

 

Immigrazione e sviluppo del Paese 

 

Gioca un ruolo importante l’immigrazione nello sviluppo dell’Italia, sotto forma di tasse, contributi e valore aggiunto; la ricchezza prodotta dagli immigrati rappresenta l’8,6% del nostro Pil. Ma gli immigrati fanno sentire il loro peso anche nello sviluppo dei loro paesi d’origine, attraverso la cooperazione internazionale, l’attrazione di investimenti e le rimesse inviate in patria.

 

Ruolo economico dell’immigrazione nello sviluppo sia in Italia (sotto forma di tasse, contributi e valore aggiunto) che nei paesi d’origine, attraverso la cooperazione internazionale, l’attrazione di investimenti e le rimesse inviate in patria. È il tema di particolare attualità affrontato dal Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione, “Stranieri in Italia, attori dello sviluppo”, curato dalla Fondazione Leone Moressa. 
In base all’inchiesta, gli immigrati
producono nel nostro Paese l’8,6% del Pil e versano 16 miliardi tra Irpef e contributi previdenziali. E nei paesi d’origine investono più dei nostri governi.
Nel 2015, si legge nel documento, la popolazione straniera ha superato quota 5 milioni e rappresenta l’8,2% della popolazione complessiva. Non solo: tra la popolazione italiana, 1 su 10 ha più di 75 anni, mentre tra gli stranieri appena 1 su 100. Una diversa composizione demografica che ha un impatto significativo sul mercato del lavoro e sul sistema del welfare e che è destinata ad accentuarsi nei prossimi anni.

Nel 2014, rileva lo studio, i contribuenti stranieri hanno dichiarato redditi per 45,6 miliardi e versato 6,8 miliardi di euro di Irpef netta. Mettendo a confronto i costi e benefici della presenza straniera (esclusivamente i flussi finanziari diretti), la differenza tra entrate e uscite mostra segno positivo: +3,9 miliardi di saldo attivo per le casse dello Stato. Inoltre, considerando la ricchezza prodotta dai 2,3 milioni di occupati stranieri, nel 2014 il “Pil dell’immigrazione” ha raggiunto i 125 miliardi di euro, ovvero ricchezza nazionale.

Per quanti riguarda le pensioni pagate dagli stranieri, l'inchiesta ci dice che nel 2013 i contributi previdenziali hanno raggiunto quota 10,3 miliardi. Ripartendo il volume complessivo per i redditi da pensioni medi, si può affermare che i lavoratori stranieri pagano la pensione a 620 mila anziani italiani. Sommando i contributi versati negli ultimi cinque anni si può calcolare il contributo degli stranieri dal 2009 al 2013, pari a 45,7 miliardi di euro, volume sufficiente per una manovra finanziaria.

Ma gli immigrati, secondo il Rapporto, giocano un ruolo importante anche nell’economia dei loro paesi d’origine. Nell’attuale dibattito sull’immigrazione, “aiutiamoli a casa loro” è uno degli slogan più diffusi, inteso come possibilità concreta per limitare l’immigrazione irregolare e le problematiche ad essa connesse. Tuttavia, i dati Ocse evidenziano come gli investimenti pubblici non rappresentano una priorità per i governi della vecchia Europa, nonostante già nel 2000 si fosse fissato come obiettivo lo 0,70% del Pil. L’Italia, ad esempio, investe in aiuti allo sviluppo appena lo 0,16% del Pil (meno di 3 miliardi di euro). Quota ampiamente superata dai flussi di denaro che gli immigrati inviano in patria, pari allo 0,31% del Pil (4,9 miliardi secondo la stima 2015).

Secondo i ricercatori della Fondazione Leone Moressa, «dai dati emerge una fotografia dell’immigrazione che non è fatta solo di sbarchi e accoglienza profughi, ma anche – e soprattutto – di lavoratori integrati nel tessuto nazionale. Il contributo dell’immigrazione è in questo momento imprescindibile per il nostro paese, considerando che la ricchezza prodotta dagli immigrati rappresenta l’8,6% del Pil e che ogni anno 600 mila pensioni sono pagate grazie ai contributi degli stranieri. Inoltre, gli immigrati contribuiscono allo sviluppo dei paesi d’origine, attraverso progetti di cooperazione, dinamiche commerciali e rimesse».