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Editoriale
Gabriella Lai
Un nuovo mercato per l'energia elettrica

La liberalizzazione del mercato elettrico
di Gherardo Gherardini
Un progetto per la Cagliari del futuro

SINTESI DEL PIANO STRATEGICO DELLA CITTA' DI CAGLIARI
di Paolo Argenti
Mezzogiorno: a rischio nove miliardi di fondi comunitari

"AUTOTRAPORTO MERCI E PROVINCE" - Atti del convegno organizzato dall'Assessorato ai Trasporti della Provincia di Cagliari - Cagliari, 23 maggio 2009

"LA COOPERAZIONE NELL'ISOLA: LA STORIA, IL RUOLO, LE PROSPETTIVE DEL MOVIMENTO COOPERATVO IN SARDEGNA": è il tema del prossimo numero monografico di "Sardegna industriale"

 

Un progetto per la Cagliari del futuro
di Gherardo Gherardini

 

SARDEGNA INDUSTRALE n. 1-2/2009

Il sindaco di Cagliari, Emilio
Floris
Il Piano strategico della città di Cagliari si propone di progettare e costruire la Cagliari del futuro, con un ruolo trainante per lo sviluppo dell'intera isola, nella prospettiva di una piena integrazione europea, con il coinvolgimento di tutti gli operatori economici e sociali dell'Area vasta. Una programmazione partecipata per definire le politiche delle opere pubbliche, della mobilità, dello sviluppo urbano, dell'ambiente, dell'offerta culturale e turistica, dei servizi al cittadino.

«Un punto di riferimento per l’intero Mediterraneo e una risorsa per cambiare volto alla Sardegna». Così vede la “Cagliari del futuro” il sindaco Emilio Floris, che fra poco meno di un anno concluderà il secondo mandato con la consapevolezza di aver portato a compimento importanti realizzazioni e, soprattutto, di aver gettato le basi di un concreto progetto di sviluppo.

Come raggiungere l’obiettivo? «Occorre esaltare – spiega – le capacità del capoluogo di attrarre flussi finanziari, facendo leva sulle risorse culturali, ambientali, turistiche, sul tessuto imprenditoriale e produttivo di quella che viene ormai comunemente definita “Area vasta”».

In altri termini, quella cintura di comuni che abbraccia Pula, Villa San Pietro, Sarroch, Capoterra, Decimomannu, Assemini, Elmas, Cagliari, Monserrato, Selargius, Quartucciu, Quartu Sant’Elena, Settimo San Pietro, Sinnai, Sestu e Maracalagonis. In tutto, oltre 500 mila abitanti.

Sul ruolo del capoluogo all’interno di questa cintura si sono alternati e sovrapposti, negli anni, giudizi positivi e negativi. Qualcuno ha parlato di “città matrigna”, che assorbe le risorse economiche e “scarica” sull’hinterland i problemi esistenziali e residenziali. Altri, invece, ne hanno esaltato la funzione utile nei confronti dei comuni contermini, come baricentro per gli spostamenti di una notevole quantità di persone, che vi affluiscono per motivi di lavoro o per accedere ai servizi della city.

Comunque sia, sono ormai molti coloro che in ambito politico ed economico sottolineano il ruolo di “città guida” che va riconosciuto a Cagliari, un ruolo trainante per lo sviluppo dell’intera isola. «Proprio dal cambiamento che Cagliari è in grado di promuovere – prosegue Floris – possiamo aspettarci quel vento nuovo che può far viaggiare la Sardegna verso la prospettiva dell’integrazione europea, all’insegna di una competitività che trova solidità e radici nelle peculiarità della nostra terra».

Ed ecco la ricetta del primo cittadino: adottare una visione strategica proiettata verso il futuro, individuare le finalità da perseguire e su di esse calibrare l’attività di programmazione.


Il Piano strategico della città di Cagliari

Nasce con questo spirito e da queste esigenze il Piano strategico della città capoluogo, che si pone l’ambizioso obiettivo di progettare e costruire la Cagliari del futuro. «Il punto di forza del Piano – chiarisce Pietro Cadau, direttore generale del Comune – consiste nel pieno coinvolgimento di tutti gli operatori economici e sociali dell’Area vasta. Una programmazione partecipata per definire le politiche delle opere pubbliche, della mobilità, della riqualificazione e sviluppo urbano, dell’ambiente, delle residenze, dell’offerta culturale e turistica, dei servizi al cittadino».

Ecco perché il Piano strategico di Cagliari, avviato nel 2007, viene definito un “compagno di viaggio”, come proposta metodologica per l’avvio di un processo di confronto e partecipazione, aperto al contributo di tutti gli attori del territorio. E per attori si intendono tutti i referenti (istituzionali e non) che gravitano nell’Area vasta: Regione, Provincia, Comuni, Autorità portuale, Università, Camera di Commercio, Aziende di trasporto, Sardegna Ricerche, Rappresentanze degli industriali e dei lavoratori, Associazioni culturali, sportive e di volontariato vario, e via dicendo.

«L’obiettivo del Piano – spiega Cadau – è duplice. Da un lato, rispondere all’ormai condivisa esigenza di delineare un nuovo modello di sviluppo urbanistico, economico e sociale; dall’altro, inserire questo modello nel quadro delle opportunità offerte dallo scenario euro-mediterraneo». 


Il rapporto città-mare

Veduta aerea della parte orientale della città di Cagliari e del porto storico
Veduta aerea della parte orientale della città di
Cagliari e del porto storico
Il Piano strategico è teso a perfezionare i grandi interventi già realizzati negli anni precedenti e mira alla valorizzazione di Cagliari su scenari internazionali. Si articola in cinque grandi aree di intervento, in buona parte collegate tra loro dal filo conduttore rappresentato dalla presenza del mare.

Il tema del “rapporto città-mare” riconosce la vocazione marittima della città ed individua nel mare l’elemento distintivo della sua identità. Si sviluppa in un unico obiettivo generale: valorizzazione del mare quale elemento di recupero di valori identitari e strumento per la nascita e lo sviluppo di attività produttive e di un’ampia gamma di servizi anche ad alto valore aggiunto. Il raggiungimento di questo obiettivo necessita di attività ed eventi di richiamo per promuovere la cultura del mare, ma anche di un impegno nel favorire lo sviluppo delle attività produttive, delle attività commerciali e del traffico passeggeri e merci del porto di Cagliari.

«Un porto – afferma convinto il sindaco Floris – che si avvia ad acquisire le caratteristiche di un moderno “distretto del mare” in cui possono coesistere armonicamente attività della nautica, della cantieristica e della pesca con attività industriali, commerciali e turistiche ed attività collegate al terziario avanzato».

Dello stretto legame tra Cagliari e il suo water front è convinto anche Paolo Fadda, presidente dell’Autorità portuale. «Cagliari ha iniziato la sua corsa verso la trasformazione in un centro cosmopolita – sostiene – in cui cultura, turismo e commercio dovranno convivere e integrarsi. I luoghi amati per la loro bellezza e funzionalità, come il porto, devono saper conciliare fascino antico e modernità, e modellare con le nuove opere il profilo della città “vecchia”. Progettare sull’acqua, o nelle sue prossimità, significa rivitalizzare l’area cittadina circostante, recuperare gli antichi edifici portuali e di contorno per nuovi usi, creare armoniche presenze a cavallo tra conservazione e innovazione, allacciare uno stretto dialogo tra il porto e le sue trasformazioni e la città intera».


Il pieno recupero dell’area portuale consentirà di attribuire a quest’ultima il ruolo di “porta di accesso” alla città e alle risorse presenti oltre la costa, nell’entroterra, con conseguente impulso alle attività sia produttive, che di turismo e tempo libero.

La parte occidentale della città di Cagliari. In primo
piano la viabilità interna, completamente rinnovata,
del porto storico
«Ecco perché – spiega Emilio Floris – la riqualificazione dell’intera area portuale risponde a una finalità strategica dalle implicazioni ben più ampie e rilevanti rispetto alla sola problematica “fronte cittadino-mare”. Si tratta, infatti, di ridefinire le interconnessioni delle attività portuali con il tessuto urbano, creando quelle “trasversalità” funzionali alle esigenze di una città moderna, che deve fondare il proprio rilancio sul turismo, sul pregio naturalistico e ambientale dei suoi luoghi, sulla sua storia e sul suo patrimonio culturale».

Uno scenario in cui città e porto dovranno essere una cosa sola, uno al servizio dell’altra e viceversa, come conferma l’Autorità portuale. «Inserito nel contesto cittadino – afferma – lo scalo marittimo, rispettando le destinazioni e gli spazi definiti nel Piano regolatore portuale, che ha recepito le linee guida tracciate dall’Amministrazione civica, non solo si integrerà armonicamente nel tessuto urbano, ma potrà anche valorizzarlo, in un continuum che va da Sant’Elia sino al Porto canale, passando per la via Roma».

«Nel Piano operativo triennale del Porto – continua Fadda – sono previsti importanti lavori per la riqualificazione dell’intera rete dei servizi portuali. Il tratto della via Roma è quello che subirà i maggiori cambiamenti, con la trasformazione in porto turistico dove potranno sostare circa duecento imbarcazioni (compresi i grandi yacht) che potranno usufruire di servizi di alta qualità».


Il Porto Canale

ii
Movimentazione container in una banchina del porto
canale di Cagliari
Il Piano operativo del Porto prevede l’esecuzione di diversi lavori anche nel Porto Canale. Si va dall’allargamento del canale (sino a 370 metri) all’abbassamento del fondale a 18 metri, dall’ampliamento delle banchine alla realizzazione di vasti capannoni, con una suddivisione delle superfici a seconda delle diverse attività: una parte sarà riservata alle funzioni industriali e commerciali, una parte al traffico merci, un’altra parte alla cantieristica.

«Con i fondi della Finanziaria 2007 – aggiunge Fadda – allungheremo lo “sbraccio” di quattro gru portainer, ne acquisteremo altre quattro nuove di zecca e aumenteremo la dotazione dei roller, per portare i container dalla banchina alle più piccole gru transtainer, quelle che impilano i container nel piazzale».

Tutti interventi per accogliere un volume di traffico che, in un anno che viene annunciato come terribile per il trasporto marittimo, sembra promettere più che bene per lo scalo cagliaritano.

Infatti, come per un miracolo (che compensa il grave ritardo con cui il porto industriale è partito), Macchiareddu sembra destinato a vivere, nei mesi che verranno, come isola felice nel desolante panorama generale. Ciò grazie all’accordo quinquennale firmato dall’amministratrice di Contship Italia, Cecilia Battistello, con la Grand Alliance capeggiata dai tedeschi dell’Hapag Lloyd, in base al quale nell’anno in corso arriveranno a Cagliari 880 navi.

Manovra di carico container su un auto-articolato
accanto ad una nave portacontainer ormeggaiata ad
una banchina del porto canale di Cagliari
Ma vi è di più: dobbiamo anche considerare i contratti con le compagnie United Arab Shipping Company e Hanjin Shipping (India), che hanno scelto l’hub di Macchiareddu per portare le merci in Italia e nel resto d’Europa.

Nell’arco di un anno, quindi, il volume di container movimentati da Cict nelle banchine cagliaritane dovrebbe aumentare di circa 120 mila teus, vale a dire il 20 per cento in più rispetto alle già rosee previsioni concordate con la Grand Alliance.

Sull’avamposto Est del porto, nella piana abbandonata antistante Giorgino, su una superficie di 36 ettari, sorgerà poi il “Distretto della nautica”, destinato a cambiare radicalmente lo sky-line del porto Canale.


La zona franca portuale

Tema strettamente collegato è quello della zona franca, istituita da un decreto legislativo del 1998, ma il cui quadro normativo è stato completato solo nel 2001, con l’emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che individuava la società di gestione dell’area, partecipata al 50 per cento dal Casic e per l’altro 50 per cento dall’Autorità portuale.

Nel gennaio di quest’anno il Comune e la Provincia di Cagliari sono tornati a farsi sentire con una richiesta già avanzata anni or sono: entrare nella società Free Zone che si occuperà della gestione della zona franca e quindi del rilancio economico dell’intera area del porto canale.

«Una richiesta decisa, ma non arrogante, per partecipare in maniera reale e non solo simbolica alle decisioni che riguardano una zona importante per lo sviluppo della città», ha spiegato il sindaco Emilio Floris. Sulla stessa linea anche il presidente della Provincia, Graziano Milia: «Ritengo opportuno allargare alle istituzioni territoriali la rappresentanza nella società, ora che la zona franca sta per diventare operativa».
Il presidente dell’Autorità, Fadda, si dimostra cauto: «Bisogna vedere se il Governo deciderà di accettare la richiesta di Comune e Provincia, peraltro non ancora formalizzata. Non si dimentichi che il porto è statale, è stato realizzato con i fondi del Ministero e la società Free Zone è stata istituita con decreto del Capo del Governo. Quando verrà presentata una proposta formale, sarà esaminata dagli organismi competenti. Per ora, siamo in una situazione di stand-by».

Per il sindaco Floris, inoltre, occorre ripensare alla “filosofia” dell’intero intervento: «Oggi come oggi, la zona franca non deve essere pensata esclusivamente in funzione di smistamento delle merci che devono circolare in Sardegna o di quelle dirette nei paesi dell’Unione europea. Deve invece essere soprattutto il luogo dove lavorare o assemblare le merci che arrivano dai paesi extracomunitari e ripartono per altri paesi extracomunitari, godendo di agevolazioni sia dal punto di vista fiscale che da quello del costo del lavoro».


Valorizzazione urbana

Uno scorcio del quartiere Castello di Cagliari visto dal Terrapieno
Uno scorcio del quartiere Castello di Cagliari visto
dal Terrapieno
Uno degli obiettivi più importanti individuati nel Piano strategico riguarda la riqualificazione del Centro storico. «Un passaggio obbligato – spiega Pietro Cadau – per ottenere una maggiore fruibilità di tipo turistico e una più incisiva capacità di attrazione di imprese, professionalità ed investimenti».

Da qui l’esigenza di recuperare il patrimonio edilizio, sia esso pubblico o privato, oltre che di completare le opere di infrastrutturazione primaria (strade, fognature, pubblica illuminazione, sottoservizi) in tutti i quartieri del centro storico. «Entro tali ambiti riqualificati – aggiunge Emilio Floris – potranno trovare occasioni di sviluppo i cosiddetti  “centri commerciali naturali”, rappresentati dalle botteghe artigiane, dai percorsi della cultura, dello shopping, della degustazione, dell’utilizzo degli spazi pubblici all’aperto per attività di ristoro e svago».

Il primo cittadino guarda anche più avanti: «Puntiamo al miglioramento complessivo della qualità urbana. Anche i nuovi quartieri, sia dal punto di vista costruttivo che di impostazione urbanistica, dovranno rispondere a criteri di sostenibilità ambientale ed energetica. Le residenze dovranno essere opportunamente integrate con i servizi pubblici e di interesse comune ed i sistemi di mobilità interna ed esterna».

In tema di qualificazione urbana, il Piano strategico prevede il rafforzamento delle strutture a servizio delle aree archeologiche e naturalistiche di pregio, dei parchi e del verde pubblico, con la creazione di un sistema di parchi tematici metropolitani finalizzato alla valorizzazione e alla migliore fruizione delle aree umide e delle emergenze ambientali, salvaguardando le biodiversità del territorio.


Servizi, ricerca, formazione
 

Una locomotiva della nuova metropolitana leggera di Cagliari per congiungere il centro urbano con l'hinterland
Locomotiva della metropolitana leggera di Cagliari 
per congiungere il centro urbano con l'hinterland
Emilio Floris non ha dubbi nell’affermare che «Cagliari ha tutte le carte in regola per offrire ai settori del terziario avanzato, che generano sviluppo e occupazione, alcune condizioni fondamentali: qualità della vita, più accessibilità, più servizi collettivi, reti di interconnessione con il resto del mondo e disponibilità di localizzazioni di prestigio».

Occorre tuttavia riflettere su un  dato emerso dalle analisi sinora svolte: se è vero che si intravvedono reali possibilità di sviluppo del territorio, fondate sul terziario avanzato, è altrettanto vero che il potenziale derivante dalle attività di ricerca e sviluppo tecnologico è solo in minima parte utilizzato dal sistema produttivo regionale.

La strategia da seguire, secondo il Sindaco di Cagliari, è pertanto quella del rafforzamento delle connessioni con il mondo produttivo, per creare maggiori sinergie con le attività economiche e, più in generale, con il tessuto sociale ed i servizi territoriali.

Su questo punto, il Piano strategico chiama in causa l’Università e le istituzioni pubbliche e private che si occupano (o potrebbero occuparsi in futuro) di Alta formazione. L’obiettivo è quello di fare della formazione universitaria e post-universitaria un canale di diffusione di know-how innovativo verso le imprese, attraverso l’attività di ricerca e la traduzione delle conoscenze in competenze professionali immediatamente fruibili dalle imprese stesse.

La sede del centro di ricerca avanzata Crs4 di Caglari immersa nel verde di Piscina Manna
La sede del centro di ricerca avanzata Crs4 di Caglari
immersa nel verde di Piscina Manna
Più di una volta il Magnifico Rettore, Pasquale Mistretta, ha parlato di “Università diffusa”. Ovvero, una università vicina alla collettività, capace di formare le migliori leve, solida nel cercare connessioni col mondo del lavoro, e dell’industria in particolare, e della ricerca pubblica e privata. Insomma, un ruolo chiave nel contesto regionale, sia per quanto riguarda lo sviluppo economico e sociale, sia in rapporto al miglioramento delle condizioni generali della nostra isola.

Da qui, le basi per lanciare la Sardegna in ambito europeo.«Pur tra mille difficoltà, con risorse sempre più striminzite – ha recentemente sottolineato Mistretta – le attività didattiche, formative e di ricerca promosse e attivate hanno raggiunto il tessuto produttivo e civile in maniera marcata. Si va dagli accordi con l’Esercito, la Guardia di Finanza, i supercarabinieri del Ris, la Polizia e i Vigili urbani, alle intese, tra le tante, con Keller, Sotacarbo, Tiscali, passando per la consolidata partnership con la Saras. Nel campo della ricerca, la sinergia con Polaris e Consorzio 21 ha portato alla creazione di Sardegna Ricerche». Tutti frutti di un Ateneo credibile, attento ai cambiamenti e che marcia in linea con i ritmi nazionale, europeo e mondiale.


L’offerta ambientale, sanitaria, sportiva

«Un aspetto che mi pare valga la pena di richiamare – afferma Emilio Floris, proseguendo nella sua illustrazione – riguarda l’offerta integrata che Cagliari può proporre in ambito ambientale, sanitario e turistico. Occorre fare leva sulla qualità del patrimonio storico, culturale e paesaggistico da valorizzare come unico sistema integrato dell’offerta territoriale. Peraltro, tale tipo di offerta consentirebbe di rafforzare le capacità attrattive di Cagliari per la sua candidatura a “Capitale europea della cultura” nel 2019».

Le azioni previste in tal senso nel Piano strategico del capoluogo consistono nella salvaguardia e valorizzazione, in chiave di sviluppo sostenibile, delle eccellenze ambientali dell’Area vasta: le spiagge dell’intero golfo; la spiaggia del Poetto, in particolare, con la pedonalizzazione del lungomare, la realizzazione di una pista ciclabile e, soprattutto, con interventi idonei a riportare l’arenile all’antico splendore; le aree umide di Molentargius e Santa Gilla; il Parco archeologico e naturalistico di Tuvixeddu.

«Bisogna pensare – spiega Pietro Cadau – in termini di “sistema turistico”, attraverso la connessione e la valorizzazione dei siti di interesse ambientale, archeologico, monumentale, museale presenti nell’Area vasta. Si potrebbe giungere alla costituzione di un vero e proprio Polo del turismo, dello spettacolo, della congressualità, del piacevole impiego del tempo libero attivo per l’intero arco dell’anno».

Il tema dell’attrattività turistica si sviluppa anche attraverso l’obiettivo della creazione di iniziative ed eventi riguardanti lo sport e l’intrattenimento. «Il potenziamento di iniziative su questo versante – aggiunge il Sindaco – oltre che costituire un indubbio valore aggiunto per la vivibilità della città da parte dei residenti, non potrà che giovare all’immagine verso l’esterno».

La disponibilità di estese aree verdi nel territorio urbano e la presenza del mare, rendono Cagliari una città particolarmente adatta allo sviluppo di attività sportive all’aperto. A partire dalle caratteristiche intrinseche del territorio, si può costruire una nuova e positiva identità della città centrata sulla pratica sportiva organizzata, sul benessere e sull’intrattenimento.

Il principio di esaltare le aree a forte valenza ambientale con attività a basso impatto, come quelle sportive, ispira anche la parte del Piano strategico dedicata al benessere e alla cura della salute. La costruzione di una meta dedicata che offra un’ampia gamma di possibilità (centri di eccellenza per la terapia e la riabilitazione, centri del benessere, talassoterapia, beauty farm, percorsi naturalistici e sportivi) ben si concilia con l’obiettivo di una fruizione sostenibile delle aree di pregio naturalistico.

«Una zona come la nostra – sottolinea Floris – favorita anche dal punto di vista climatico, ben si presta all’ubicazione di centri benessere e fitness, per venire incontro alla domanda, sempre più crescente, di un turismo di carattere sanitario o parasanitario». 


La Zona franca urbana

Ispirandosi a un analogo sistema sperimentato in Francia, la legge finanziaria nazionale del 2007 ha introdotto uno strumento economico-urbanistico di notevole spessore: si tratta delle Zone franche urbane (Zfu). È stato necessario aspettare la manovra del 2008 per concretizzare il progetto, che in una prima fase di applicazione vede la localizzazione in Sardegna di tre Zfu (Cagliari, Quartu Sant’Elena, Iglesias).

Cagliari ha focalizzato il suo intervento nel quartiere di Sant’Elia (Borgo vecchio e Borgo nuovo),  perché, si legge nella relazione della proposta, «presenta le maggiori criticità sotto il profilo dell’esclusione sociale e del ritardo economico produttivo in termini di più elevati tassi di disoccupazione, minore scolarizzazione, bassa diffusione delle attività d’impresa rispetto agli altri quartieri della città».

Il rione soffre di un alto tasso di disoccupazione (24,7 % nel vecchio borgo e 42,3 % nel nuovo), ma di contro possiede grandi potenzialità di sviluppo, garantite sia dal contesto ambientale favorevole (il mare, il colle e le testimonianze del passato, come il fortino di Sant’Ignazio), sia dagli investimenti in programma (riqualificazione del quartiere e museo Betile, interventi firmati da prestigiosi nomi dell’architettura internazionale).

Significative le agevolazioni fiscali a disposizione, per un certo numero di anni e a determinate condizioni: esenzione dalle imposte sui redditi e dall’imposta regionale sulle attività produttive; esenzione dall’Ici; esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente.


Cagliari e il Mediterraneo

Due navi da crociera ormeggiate nel porto storico di Cagliari
Due navi da crociera ormeggiate nel porto storico
di Cagliari
Un primo, significativo passo per la piena valorizzazione del capoluogo cagliaritano in ambito mediterraneo, è stato compiuto alla fine di marzo con la definizione del progetto denominato “Arcipelago Mediterraneo”. Un progetto della durata di due anni e mezzo, nato dalla collaborazione con le città di Ajaccio in Corsica e Portoferraio nell’Isola d’Elba, e il supporto dell’Istituto nazionale per la Demoetnoantropologia di Roma e la Collectivitè territoriale de Corse, dal costo complessivo di un milione e ottocentomila euro.

In sostanza, un sodalizio italo-francese a beneficio delle realtà territoriali più periferiche, con interessanti prospettive, soprattutto per Cagliari, città capofila del progetto, in vista di un futuro arricchimento di contatti con i Paesi del bacino del Mediterraneo.

Il progetto prevede l’istituzione di una rete di collegamento tra le tre isole per superare la barriera dell’isolamento, utilizzarne e valorizzarne i porti, intesi come portali d’accesso verso l’interno e di passaggio da e verso il mare. È prevista la realizzazione di punti d’accoglienza integrati, completi di centri di servizi multimediali a disposizione di quanti, turisti ma anche aziende che intendano investire, vogliano avere un’idea globale di ciò che si può trovare arrivando in Sardegna.

«Dobbiamo attrarre gli investimenti nella nostra isola – conclude il sindaco Floris – acquisendo sempre più credibilità internazionale. Attraverso il binomio vincente cultura-turismo, rilanciato grazie a progetti di grande respiro, speriamo che la Sardegna, e Cagliari specialmente, raggiungano una posizione di preminenza nell’area mediterranea».