Bimestrale di informazione economica

 
Home page
Presentazione

Arretrati e abbonamenti

E-mail

Archivio

Riviste
Argomenti
Ricerca semplice
Ricerca avanzata
News

Sommario


Editoriale
Ugo Cappellacci
Piano Sulcis: una risposta straordinaria alla crisi
Paola Ferri
Un'area in crisi senza redditi di lavoro
Gherardo Gherardini
Portovesme: un polo vitale per l'economia del territorio

Ripresa del Sulcis: il parere di Confindustria
Gabriella Lai
Un piccolo Piano di Rinascita per il rilancio del territorio
Alberto Monteverde
Parco geominerario: una risorsa per l'isola
Documenti
Protocollo d'Intesa sul Piano Sulcis

Il contenuto redazionale è aggiornato alla data del 30 aprile 2013. Vietata la riproduzione, anche parziale, del testo e l'utilizzazione di questo numero monografico in incontri, convegni, seminari, se non previa autorizzazione scritta dell'editore.

 

Editoriale

 

SARDEGNA INDUSTRIALE n. 1-2/2013 - 30 aprile 2013

   

Un’area in transizione: così veniva definito qualche anno fa il Sulcis Iglesiente in un numero monografico di Sardegna industriale, che ne analizzava gli aspetti strutturali e le tendenze. Una definizione ancora oggi appropriata.

Il punto è: transizione verso dove e come? Domande che si impongono in un presente nel quale il rischio di smarrirsi muovendosi a tentoni, senza bussola, è fondato. Ciò perché nel Sulcis Iglesiente l’idea che lo sviluppo sia un “fatto sistemico” è ancora lungi dall’essersi affermata. Da un lato, l’industria da difendere e da consolidare a Portovesme, polo industriale sardo che tenta con ogni mezzo di non essere travolto dalla generale crisi del settore e che, in un modo o nell’altro, continua a distribuire migliaia di buste paga. Dall’altro lato, il settore terziario, che presenta notevoli potenzialità di crescita, malgrado il territorio lamenti grandi carenze strutturali (viabilità, porti e approdi, trasporti in primo piano). In mezzo l’agricoltura, che, come vedremo, è più intesa come settore-rifugio che come opportunità di sviluppo.

Grandi speranze vengono poi riposte nel Parco geominerario, ufficialmente nato nel ’97 con l’approvazione da parte dell’Unesco e la successiva firma della Carta di Cagliari, ma ancora fermo ai blocchi di partenza. Suo il compito di bonificare, mettere in sicurezza, difendere e diffondere la memoria dei luoghi e delle genti che fin dall’antichità hanno scavato le miniere e le cave delle montagne.

Oggi di quell’antica e lunga stagione rimane solo il ricordo. Anche l’industria metallurgica, che per decenni ha rappresentato una nuova chance di sviluppo, sta lanciando sconfortanti segnali di resa.
Si impone ormai, e senza indugi, una strategia che sappia condurre questa parte della Sardegna “fuori” dalla situazione di transizione e innestare nel tessuto sociale, economico e produttivo elementi innovativi capaci di valorizzare le potenzialità di crescita e deprimere i fattori di debolezza.

Sarà capace di tutto questo il recente “Piano per lo sviluppo territoriale strategico del Sulcis Iglesiente”, elaborato e adottato dalla Provincia e fatto proprio dalla Regione nel contesto di un più generale complesso di mini Piani di Rinascita diretti a risollevare le sorti dell’intera isola?
 
Sulla carta parrebbe di sì, se è vero che prevede non solo la salvaguardia del polo metallurgico e dello scalo industriale di Portovesme, ma anche un rilancio complessivo del territorio con incentivi destinati ad offrire nuove opportunità di impresa e occupazione. Ed è questo il motivo per cui il Piano Sulcis è stato visto con favore dal Governo nazionale, che con i ministri Passera e Barca e il sottosegretario De Vincenti ha incontrato a Carbonia i rappresentanti della Regione, della Provincia e degli Enti locali, unitamente ai sindacati, lo scorso 13 novembre. Una visita conclusasi con la firma di un protocollo di intesa che porta in dote al Sulcis oltre 540 milioni di euro.

Sarà la volta buona? Si spera, ma è presto per dirlo. Anche perché l’esperienza delle tante firme del passato su altrettanti inutili protocolli induce, più che a facili entusiasmi, a una ragionevole prudenza.