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di Gherardo Gherardini
Nel bacino del Mediterraneo un ruolo di prestigio per la Sardegna
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Nel bacino del Mediterraneo un ruolo di prestigio per la Sardegna
di Gherardo Gherardini

 

Il commissario europeo alla politica di vicinato e partnership, Benita Ferrero Waldner
Il commissario europeo alla politica di vicinato e partnership, Benita Ferrero Waldner
Settembre 2006: la Sardegna viene nominata “Autorità di gestione” del Programma multilaterale del bacino Mediterraneo nell’ambito dello strumento di vicinato e partenariato Enpi (European neighbourhood and partnership instrument) dell’Unione europea.
«Alla nostra Regione sono stati attribuiti l’onore e la responsabilità di gestire questo Programma – ha detto il presidente Renato Soru –. Si tratta di una grande opportunità per lo scenario di collaborazioni che potranno essere attivate fra i Paesi interessati: collaborazioni politiche, ma anche fra amministrazioni pubbliche e istituzioni, quali università e istituti di ricerca. Inoltre, deriveranno opportunità per lo sviluppo delle tecnologie e per il mondo del lavoro. Infine, preziose occasioni per le aziende sarde di farsi conoscere ed apprezzare anche all’estero».
Per capire in cosa consista questo programma Enpi dell’Unione europea, va ricordato che il Mediterraneo ha assunto negli ultimi anni una rinnovata e considerevole centralità politica, economica e culturale. Esso, infatti, insieme ai Paesi alle frontiere dell’est dell’Unione, è diventato oggetto della Politica europea di vicinato (Pev), fra gli obiettivi primari in previsione della costituzione, nel 2010, della Zona mediterranea di libero scambio e dell’allargamento dell’Unione stessa.
La Pev ha una duplice finalità: contrastare l’emergenza di nuove linee di divisione tra l’Europa e i Paesi del vicinato e rafforzare la stabilità, la sicurezza e il benessere nell’area del vicinato stesso, favorendo una maggiore integrazione politica ed economica. Per il perseguimento di questi obiettivi, la “politica di vicinato” affida un ruolo cruciale alla cooperazione territoriale che, a sua volta, si fonda sul coinvolgimento attivo della Regioni.
Tramite questo coinvolgimento, la Pev mira a costruire uno spazio di prosperità e buon vicinato con i Pae­si situati alle frontiere marittime e terrestri dell’Unione allargata. Nel periodo 2007-2013 gli obiettivi saranno perseguiti attraverso uno specifico strumento finanziario, il citato Enpi, che contempla la realizzazione di programmi-Paese o multi-Paese e programmi tematici, nonché un volet dedicato a programmi congiunti di cooperazione transfrontaliera (Cbc, Cross-border cooperation) tra regioni di Stati membri e di Paesi vicini che condividono una frontiera comune, marittima o terrestre.
Il nuovo strumento europeo di vicinato e partenariato è uno dei quattro interventi di aiuto esterno individuati dalla Commissione europea nel contesto di una radicale ristrutturazione e una drastica semplificazione della legislazione nell’area delle cosiddette “azioni esterne”. Questi quattro strumenti sono complementari ad altri due già esistenti, con il risultato finale che soltanto sei (tre geografici e tre tematici) hanno unificato e sostituito i circa 30 di aiuto esterno precedentemente in vigore.
In questo contesto, l’Enpi è uno degli strumenti geografici e mira a consentire alla Comunità di assumere un reale impegno con i Paesi confinanti e altri nelle vicinanze. Sostituisce interamente il programma Meda e la maggior parte del programma Tacis, includendo gli aspetti di “cooperazione transfrontaliera” che prima erano finanziati da Interreg.
Il programma Enpi coinvolge 19 Paesi (Spagna, Regno Unito, Portogallo, Francia, Italia, Malta, Grecia, Cipro, Turchia, Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Gaza, Israele, Libano, Siria, Giordania) e 120 regioni (per l’Italia, oltre alla Sardegna, la Basilicata, la Calabria, la Campania, il Lazio, la Liguria, la Puglia, la Sicilia e la Toscana).
Quattro i principali obiettivi: lo sviluppo economico e sociale; le sfide comuni; i confini efficienti e sicuri; la cooperazione tra i popoli.
Il budget del programma si avvale di un contributo complessivo dell’Unione europea di 173 milioni di euro (a cui va aggiunto un 10 per cento dei Paesi interessati) e le risorse, indicativamente, verranno così ripartite: il 10 % all’assistenza tecnica; il 32,5 % al primo obiettivo; il 32,5 % al secondo; il 5 % al terzo e il 20 % al quarto. I progetti finanziabili dal programma saranno soprattutto legati alla valorizzazione del sistema dei beni culturali del Mediterraneo, alla comunicazione intermediterranea, alla realizzazione di siti Internet, programmazione radiofonica e televisiva.
Ma come si è giunti alla designazione della Sardegna alla guida di questo prestigioso programma europeo? Lo ha spiegato lo stesso presidente Soru: «In primo luogo abbiamo dovuto vincere la sfida con le altre Regioni italiane incluse nel programma e con lo stesso ministero delle Infrastrutture, che si era ugualmente proposto come Autorità gestionale. Superato l’ostacolo ministeriale, anche perché l’Unione europea aveva espresso preferenza per una candidatura che fosse espressione del sistema delle Regioni, siamo riusciti a spuntarla sia per la nostra storica vocazione mediterranea sia per l’attenzione che, come Regione, stiamo dedicando alle tematiche specifiche. Il Forum sul Mediterraneo, tenutosi proprio a Cagliari alla metà del 2006, sta a dimostrarlo, oltre che rispondere al disegno strategico di raggiungere l’obiettivo della candidatura. È stato quindi trovato un accordo  fra il governo Prodi e le altre Regioni italiane per una gestione congiunta del programma, con l’affidamento alla Sardegna del nucleo nevralgico, a cominciare dalla sede e dagli uffici dedicati».
La candidatura sarda si è poi confrontata con quella spagnola di Valencia e quella francese della regione di Marsiglia (Provenza). «Grazie ai buoni auspici del nostro ministero degli Esteri – prosegue Soru – e grazie anche alla qualità della presentazione della nostra Regione, abbiamo raggiunto questo importante obiettivo».
Subito dopo il riconoscimento del ruolo della Sardegna, il presidente Soru è stato invitato a prendere la parola nella sala “Jean Monnet” del palazzo Berlaymont a Bruxelles. Soru ha ringraziato per l’onore riservato alla Sardegna ed ha garantito il massimo impegno per l’ottenimento dei migliori risultati.
Veduta aerea della città di Cagliari. Il capoluogo della regione ospiterà la sede dell'Autorità di gestione del Programma multilaterale del bacino del Mediterraneo
Veduta aerea della città di Cagliari. Il capoluogo della regione ospiterà la sede dell'Autorità di gestione del Programma multilaterale del bacino del Mediterraneo
La sede dell’Autorità di gestione congiunta del programma, che fa capo alla Presidenza della Regione, sarà a Cagliari e potrà avvalersi anche degli uffici della Regione a Roma e a Bruxelles. Il modello organizzativo prevede, nell’ambito del­­l’assessorato regionale della Pro­gram­mazione, un’autorità di paga­mento e un’autorità di certificazione; prevede altresì un Segretariato tecnico aggiunto, quest’ultimo con una forte carattere internazionale, potendo avvalersi di personale proveniente da diversi paesi dell’area.
Il Segretariato sarà affiancato da due focal points istituiti a livello delle macroregioni del Maghreb e Mashrek, in modo da garantire una maggiore vicinanza con i beneficiari del programma. Infine, a Valencia e a Marsiglia saranno aperte delle liaison office, cioè dei punti di contatto che faranno da supporto alla sede centrale di Cagliari.
Parte dello staff di questa sarà costituito da dipendenti regionali esperti in materia e con esperienza in progetti europei, quali Interreg o Por. Altro personale sarà acquisito dall’esterno e altro ancora proverrà da paesi stranieri, con possibilità quindi di far collaborare in loco culture ed esperienze diverse. «Offriremo una preziosa opportunità di lavoro a qualche decina di giovani sardi – ha detto il presidente Soru –. Un lavoro di ottimo livello, dove dovranno essere messe in moto capacità di analisi di dati economici, di confronto interculturale, di progettazione. Capacità anche legate alla conoscenza delle lingue straniere».
L’avvio del progetto, che si prospetta in tempi rapidissimi, contempla anche l’apertura di tutti i sistemi collaborativi di informazione (tra cui il sito Internet multilingue e una rete Intranet) e di collaborazione tra le diverse regioni.
«La nostra regione – ha sottolineato Soru – assieme alla responsabilità della gestione del programma, si è vista affidare anche il coordinamento dei diversi progetti bilaterali, trilaterali, di gruppi di Regioni. Ma sarà anche necessario favorire e finanziare progetti più vasti, che interessino tutte le regioni che si affacciano nel Mediterraneo».
«Per l’Unione – ha concluso Soru – è importante mantenere un dialogo vivo, accrescerne le qualità, per favorire la capacità di cooperazione dei paesi interessati. Ciò nella convinzione che solo attraverso la cooperazione, il lavorare assieme, si possano effettivamente sfruttare tutte le capacità di crescita. Una crescita “del” e “nel” Mediterraneo, che avverrà solamente se saremo capaci di farlo tutti insieme».