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Una nuova strategia per il polo di Portovesme

Porto Torres: attesa per il piano industriale di E.On

In forse il progetto miniera-centrale elettrica

Le nuove strade dell'energia

Le nuove reti di distribuzione del gas

Centrali pulite nel rispetto dell’ambiente

Sintesi del Piano energetico ambientale regionale

 

Porto Torres: attesa per il piano industriale di E.On

 

Dopo la firma, nel gennaio 2007, degli accordi Regione-Endesa e la recente vendita degli impianti della società iberica ai tedeschi di E.On , c’è grande attesa nel Nord Ovest Sardegna  di conoscere  i contenuti del piano industriale della società acquirente. Da un suo esame  si potrà comprendere se saranno integralmente mantenuti gli impegni a suo tempo sottoscritti da Endesa e che l’a.d. di E.On Italia, Klaus  Shafer, si è impegnato a rispettare.

Veduta parziale della centrale termoelettrica di Fiume Santo
La centrale termoelettrica
di Fiume Santo

La notizia è recente: i tedeschi di E.On sono i nuovi proprietari della centrale elettrica di Fiume Santo. Il gruppo di Dusseldorf, nato nel 2000 dalla fusione di due società tedesche – Vera e Viac – è attualmente la più grande azienda energetica mondiale a capitale privato. Il core business è orientato su energia elettrica (generazione da carbone, nucleare e fonti rinnovabili; trasmissione, distribuzione e vendita con 28 milioni di clienti) e gas (produzione, stoccaggio, trasporto, distribuzione e vendita a 10 milioni di clienti).
Lo sviluppo nella generazione elettrica e nel gas rappresenta una delle principali strategie, con investimenti previsti per 63 miliardi di euro entro il 2010. E.On, con circa 95 mila dipendenti, ha già cinque società di distribuzione in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna e intende concorrere alle concessioni in scadenza tra il 2009 e il 2010 in Italia.
Sulla centrale di Fiume Santo i tedeschi hanno puntato gli occhi fin dall’inizio dell’operazione Opa di Enel-Acciona su Endesa. Sembravano inizialmente tagliati fuori, ma sono poi rientrati con la società lombarda A2A. Hanno mantenuto un atteggiamento di discreta attesa, nel pieno rispetto delle intese che assegnavano alla multiutility lombarda il diritto di opzione sugli asset ex Endesa Italia (tra i quali rientrava appunto Fiume Santo).
E il 18 luglio, rispettando la scadenza, la società A2A ha scelto la centrale termoelettrica di Monfalcone e il nucleo idroelettrico della Calabria, per una potenza installata rispettivamente di 976 e 484 megawatt. Conseguentemente, gli altri asset ex Endesa sono andati ai tedeschi di E.On.
Arrivati in Italia, contano di «rimanerci per sempre» e «per essere il quarto operatore nell’energia» del Paese sono pronti «a investire nelle centrali e a valutare anche il nucleare». È questo il messaggio lanciato dall’amministratore delegato di E.On Italia, Klaus Shafer, in un’intervista sul Corriere della Sera dopo l’acquisizione di Endesa Italia e le successive dismissioni.

Firma dell'accordo Regioe-Endesa, l'11 gennaio 2007: l'amm. delegato di Endesa Europa, Jesus Olmos, e il presidente della Regione Sardegna, Renato Soru
Firma dell'accordo Regione Sardegna-Endesa, l'11
gennaio 2007: l'ammministratore delegato di Endesa
Europa, Jesus Olmos (a sinistra), e il presidente della
Regione, Renato Soru

«L’Italia – ha sostenuto Shafer – è un mercato chiave e in particolare nel gas potrebbe diventare una piattaforma per tutto il continente, dal momento che ha interessanti tassi di crescita nel settore». Al punto che il colosso energetico tedesco, che vanta un fatturato di 68,7 miliardi di euro, pur non specificando la quantità di investimenti previsti in Italia, vede nel Paese opportunità «per la sua posizione strategica».
Ora si attende che i vertici di E.On Italia, che nelle ultime settimane hanno già avuto contatti con le rappresentanze degli enti locali, illustrino i loro programmi per il futuro in Sardegna. Incontrando Alessandra Giudici, presidente della provincia di Sassari, l’amministratore delegato dell’azienda tedesca ha assicurato che la società intende consolidare la presenza nell’isola.
Si è trattato di un incontro informale, avvenuto poco prima della metà di luglio, ma ricco di significato per le parole pronunciate da Shafer. «Non abbiamo solo acquistato un impianto – ha detto –, ma sappiamo bene di ereditare degli accordi e intendiamo rispettarli, così come è nella tradizione di una società forte e radicata come la nostra».
Soddisfatta Rosanna Giudici, che negli ultimi mesi era stata spesso invitata ad attivarsi per consolidare le garanzie in merito al futuro degli impianti di produzione energetica di Fiume Santo. «Quanto è emerso nell’incontro – ha detto – aiuta a sgombrare il campo dai timori dei lavoratori, dei sindacati, delle amministrazioni locali e di tutta la provincia, che attraversa una fase di difficoltà occupazionale e non intende rischiare che i problemi travolgano una delle maggiori realtà produttive ed economiche presenti nel territorio».

Il presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici
Il presidente della Provincia
di Sassari, Alessandra Giudici

Si tratta, in ogni caso, di concetti che il numero uno di E.On Italia aveva espresso in maniera chiara già nel corso dell’incontro che all’inizio di giugno aveva avuto a Roma con le segreterie nazionali di Filcem, Flaci e Uilcem. All’incontro romano, i vertici di E.On erano rappresentati da Klaus Shafer, Paolo Venerucci (responsabile delle risorse umane e dello sviluppo del territorio), Danilo Perini (responsabile delle risorse umane di Thuga Italia, società interamente controllata da E.On). I presenti si sono detti disponibili ad un confronto continuo con i sindacati, per scongiurare gli eventuali effetti negativi della vendita, anche dal punto di vista occupazionale.
Sotto il profilo industriale, E.On ha affermato che il piano di investimenti di Endesa Italia deve essere considerato come «un punto di partenza per ulteriori sviluppi» e che tutto il know how (relativo in particolare alla generazione da carbone e da fonti rinnovabili) sarà utilizzato «per potenziare il già alto livello di Endesa Italia con un maggiore orientamento verso la vendita ai clienti». Per i Sindacati di tratta di «un buon punto di partenza, anche se si renderanno necessarie le dovute verifiche».
Ora si tratta di attendere la presentazione del piano industriale: a quel punto si potrà comprendere se saranno mantenuti gli impegni già assunti da Endesa Italia e trasferiti ad E.On, in termini di progetti, investimenti, intese con la Regione e tutela dei livelli occupazionali.
Non è un segreto per nessuno che a Fiume Santo si gioca la partita più complessa di tutta la sfida energetica sarda. D’altronde, nel comparto di generazione termoelettrica isolano il polo sassarese gioca la parte del leone, con 960 Mw di potenza nominale lorda installati sul totale dei 2.782 Mw disponibili negli altri impianti sardi. Nel sito si trovano due vecchi gruppi (totale 320 Mw), ormai superati, alimentati a olio combustibile e destinati alla demolizione quando sarà autorizzata la costruzione del quinto gruppo a carbone. Poi il terzo e il quarto gruppo (640 Mw) che bruciano carbone dal 2003 (triste esperienza orimulsion a parte).

L’accordo firmato con la Regione sarda da Endesa prevedeva investimenti per oltre 500 milioni di euro, finalizzati all’eliminazione dei due gruppi a olio combustibile (già in deroga, perché sarebbero dovuti sparire dal febbraio 2008), all’utilizzo del metano (quando sarà disponibile), all’eventuale realizzazione di un impianto di rigassificazione del metano giunto con navi metaniere, la costruzione di un nuovo gruppo lontano dalla spiaggia, l’abbattimento delle due ciminiere esistenti, sostituite da una più piccola.
Tutti impegni che i tedeschi di E.On, freschi proprietari di Fiume Santo, hanno confermato – almeno in linea di massima – di voler rispettare.
Un chiaro segnale è arrivato alla fine di novembre, quando E.On Italia, per bocca dell’amministratore delegato, Klaus Shafer, ha annunciato l’intenzione di voler trasferire in Sardegna la propria sede legale. La comunicazione è stata data direttamente al presidente della Regione, Renato Soru, nel corso di una visita ufficiale a Fiume Santo. Il Presidente, accompagnato dagli assessori regionali all’Industria, Concetta Rau, e all’Ambiente, Cicito Morittu, dal presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici, e dai sindaco di Porto Torres, Luciano Mura, e Sassari, Gianfranco Ganau, ha commentato favorevolmente l’importante decisione, sottolineando che «contribuisce alla politica delle entrate che sta perseguendo la Regione e perché si inserisce nel quadro del federalismo fiscale».
Shafer ha ribadito che E. On intende impegnarsi «per sostenere la crescita del territorio sardo, attraverso un dialogo costante con le forze politiche regionali e locali».