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Editoriale

Un nuovo progetto per la continuità territoriale

Dal Savoia Marchetti alla tecnologia del jet

Monopolio o libera concorrenza?

Tre nuovi scali per il traffico del Duemila

Rinasce Fertilia, porta d'oro del turismo sardo

Faticoso decollo per Elmas Duemila

Costa Smeralda: un aeroporto di livello europeo

Nuove prospettive per lo scalo di Tortolì

Fenosu: uno scalo strategico per i collegamenti regionali

Un ponte d’aria sul Tirreno

Un progetto di rilancio per la portualità turistica

 

Un nuovo progetto per la continuità territoriale

 

di Salvatore Amadu*

 

L'assessore regionale dei Trasporti, Salvatore Amadu
L'assessore regionale dei Trasporti, Salvatore Amadu
Una nuova politica dei trasporti come elemento primario dello sviluppo della Sardegna: è questo l’obiettivo che l’assessorato regionale dei Trasporti si è prefisso e che ha già visto il conseguimento di alcuni importanti risultati.

Il più rilevante, senza dubbio, riguarda l’approvazione, da parte della Giunta, alcuni mesi or sono, dell’aggiornamento del Piano regionale dei trasporti (Prt), unitamente al Rapporto finale del Piano regionale delle merci. Attualmente, i due documenti sono all’attenzione della Commissione Trasporti del Consiglio regionale, che dovrebbe quanto prima iniziarne l’esame.

L’aggiornamento del Prt, che costituisce il riferimento strategico della politica dei trasporti della Regione nel breve e medio periodo, delinea i principi di quelle che sono state chiamate le “cinque mobilità”: delle persone, delle merci, delle idee, dei capitali e del lavoro.

Per quanto riguarda in particolare il trasporto aereo, va preliminarmente ricordato che esso svolge nello scenario socio-economico della Sardegna un ruolo di primissimo piano per le peculiarità che la regione presenta sia in ordine all’insularità ed alla posizione geografica nel contesto europeo e mediterraneo, sia in relazione alla vocazione turistica ed alle specializzazioni produttive che le sono proprie.

Anche nella nostra isola, così come nel resto del Paese, c’è stata una notevole crescita del trasporto aereo, soprattutto nell’ultimo decennio. Una crescita reale, che unita alle previsioni del Piano ed agli studi effettuati dalle singole società di gestione degli aeroporti sardi, ha reso necessario progettare importanti interventi di ampliamento e modernizzazione degli scali, finanziati parte dall’Unione europea e parte con fondi nazionali e regionali.

Se si verificheranno le ipotesi di incremento, la Sardegna, grazie alla sua posizione geografica, verrà a trovarsi nei prossimi vent’anni al centro di importanti flussi di traffici (sia turistici che di merci) provenienti non solo dall’Europa, ma anche dagli altri paesi extracomunitari, soprattutto quelli della vicina Africa settentrionale.

È in quest’ottica che va definito quello che deve essere il ruolo dell’isola all’interno del Mediterraneo, ruolo che può essere più facilmente delineato partecipando attivamente alle iniziative di cooperazione interregionale e contribuendo a delineare la politica dei trasporti dell’Europa mediterranea.

Su questi presupposti, il trasporto aereo, fra tutti i modi di trasporto, risulta essere, per sua stessa natura, quello che potrà garantire alla Sardegna la migliore integrazione. Inoltre, insieme a quello marittimo, rappresenta una componente essenziale per la realizzazione del corridoio plurimodale Sardegna-Continente, obiettivo primario del Piano regionale dei trasporti, attraverso il quale potrà essere garantita quella continuità territoriale generalizzata da sempre auspicata, sia in termini di offerta che di tariffa sociale.

È convinzione diffusa – e penso di poterla confermare in toto – che la struttura del sistema aeroportuale sardo sia ormai consolidata ed in grado di affrontare, con le attuali infrastrutture presenti nel territorio, l’eventuale sviluppo del traffico previsto per il prossimo decennio. In altri termini, il sistema presenta una configurazione funzionale alle esigenze di trasporto, nel senso che potranno ovviamente essere adeguate le strutture, ma non moltiplicati gli scali, che già da ora garantiscono un servizio territorialmente diffuso.

Ma perché tale servizio sia adeguato ed efficace, occorre che gli attuali aeroporti, soprattutto i tre maggiori, siano definitivamente potenziati e migliorati in determinate strutture interne, per ottimizzare il servizio ed il comfort del passeggero (punti ristoro, servizi igienici, servizi bagagli, shopping room, aree e sale d’aspetto, parcheggi etc.). Soprattutto è importante ed urgente collegarli tra loro ed integrarli con il resto del territorio in modo rapido ed efficiente, non solo per rendere minimo l’impedimento alla loro accessibilità, ma anche per completare funzionalmente ed in una logica di rete l’intero servizio di linea Sardegna-Continente.

A nulla varrebbe, infatti, il potenziamento del sistema aeroportuale se non venisse accompagnato da opportuni interventi per il miglioramento della rete stradale interna, così da garantire collegamenti rapidi con i maggiori centri dei bacini di utenza.

D’altronde, gli stessi aeroporti sardi presentano ancora carenze penalizzanti, alle quali occorrerà porre rimedio. A Cagliari, la seconda pista non è ancora agibile, con i riflessi negativi facilmente intuibili; ad Alghero, non possono atterrare gli aerei “charter” di grosse dimensioni; Olbia ha bisogno di ulteriori interventi migliorativi.

Nell’ottica di una maggiore diffusione del trasporto aereo, il Piano regionale dei trasporti ipotizza anche una rete di terzo livello, usufruendo – come già detto – delle aviosuperfici esistenti (comprese Tortolì ed Oristano), nell’ambito di un disegno globale basato sull’integrazione di diversi vettori. Nessuna linea locale sarà infatti in grado di garantire una gestione economicamente sufficiente, se non supportata da un rapporto di continuità con le linee nazionali che assicuri il “feederaggio”, vale a dire l’interscambio dei flussi di passeggeri.

Infine, l’altro grande risultato, definito giustamente “storico”, vale a dire l’attuazione della tanto sospirata continuità territoriale. Una continuità, non lo nascondiamo, con luci ed ombre, che sono servite come esperienza per studiare un “nuovo” progetto, che dovrebbe portare nel gennaio del 2005 ad un servizio diverso e decisamente più soddisfacente dell’attuale, con più scali serviti e maggior numero di voli. Quanto poi alla continuità per le merci, siamo in attesa della firma, da parte del Ministro dell’Economia, del decreto attuativo a favore delle piccole e medie imprese estrattive e di trasformazione, ma contiamo di poter estendere i benefici del provvedimento, in tempi brevi, anche ad altre categorie di imprenditori, in particolare gli artigiani, gli agricoltori e i pescatori.

* assessore dei Trasporti della Regione Sardegna